Il Campidoglio torni protagonista nella vicenda del Centro Carni

Incontri con i gruppi consiliari comunali e con la Commissione trasparenza per riportare in Assemblea capitolina le scelte spesso delegate ad assessori e società esterne

Dopo la manifestazione del 18 gennaio 2018 sotto le finestre dell’assessore Meloni per denunciare i contenuti della relazione di Risorse per Roma e della memoria di Giunta dell’11 dicembre 2017, il Comitato popolare e gli operatori del Centro Carni hanno incontrato i gruppi comunali e la Commissione trasparenza per smontare le analisi e le cifre contenute nella relazione di R.P.R. (Risorse per Roma) e nella Memoria di Giunta e per presentare a tutti un progetto per il rilancio produttivo della struttura.

In questo quadro il 1 febbraio si è svolto nella Sala delle Bandiere in Campidoglio un incontro con i rappresentanti dei gruppi capitolini di maggioranza e di opposizione. All’incontro erano presenti i consiglieri Coia e Guadagno dei 5 stelle, Piccolo e Baglio del PD, Fassina di Sinistra per Roma e Di Priamo di Fratelli d’Italia. I rappresentanti del Coordinamento popolare, dei lavoratori del Centro carni e degli operatori del pesce hanno consegnato a tutti una nota in cui si smontano alcune affermazioni contenute nella relazione di R.P.R. ed una copia del progetto di rilancio produttivo dell’area. Si è sottolineato in particolare che R. P. R. per dimostrare che le spese del macello comunale sono eccessive ed occorre quindi chiuderlo, gli ha addebitato i costi di 68 dipendenti comunali includendovi anche quelli che lavorano al Mercato dei Fiori e nelle aziende agricole, senza neanche considerare poi i milioni di euro che potrebbero entrare se si consegnassero i 20.000 mq liberi agli operatori che ne hanno fatto richiesta.

Ad una parte dell’incontro ha partecipato anche l’Assessore Meloni che è stato criticato per non essersi confrontato con gli operatori prima della memoria di Giunta e dopo la manifestazione del 18 gennaio. L’Assessore ha ribadito che il discorso sul futuro del Centro carni è ancora aperto e la cabina di regia coinvolge altri Assessori e i Presidenti di commissione.

La delegazione del Centro carni ha chiesto che sul futuro della struttura si discuta in Consiglio Comunale, dove operano i consiglieri eletti dai cittadini, per non lasciare ogni decisione ad Assessori nominati e spesso sostituiti.

Mercoledì 7 febbraio nell’incontro con la Commissione trasparenza sono state sottolineate ai consiglieri presenti le incongruenze della relazione di R. P. R. e mostrati i pareri dell’Avvocatura che non ritengono fattibile lo smantellamento del macello comunale in assenza di alternative. Anche in questa occasione i consiglieri della maggioranza hanno riproposto il tema economico e il debito di AMA con le banche, chiedendo una quantificazione degli utili derivanti dal progetto di sviluppo presentato dal Coordinamento popolare e dagli operatori. È stato inoltre ricordato come dal 30 novembre 2017 sia stata depositata al Segretariato una proposta di Delibera della consigliera Guadagno, sull’utilizzo di tutti gli spazi del Centro carni per attività produttive delle carni, del pesce e dei fiori, ma da quella data è ferma negli uffici e negli assessorati che devono esprimere un parere. Il consigliere Figliomeni ha ricordato che il Regolamento comunale prevede che gli uffici entro un termine massimo di 15 giorni debbano esprimere il parere e poi la proposta di Delibera deve essere trasmessa alle Commissioni e al Municipio competente. A tale scopo il Presidente della Commissione trasparenza Palumbo richiamerà gli uffici al rispetto dei tempi e al rispetto delle prerogative del Consiglio Comunale.

I rappresentanti del Centro carni hanno spiegato che sui temi della salvaguardia e dello sviluppo produttivo dell’area si trovino le massime convergenze tra maggioranza e opposizione, come avvenuto quasi sempre nel consiglio del V municipio.

Vedremo ora se il Consiglio Comunale si riapproprierà delle sue prerogative e deciderà di affrontare in Aula la discussione sul futuro del Centro carni anche alla luce delle proposte di sviluppo presentate.

 

Sergio Scalia

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