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Una targa nei Giardini Vaticani per evidenziare il passaggio del primo meridiano d’Italia

Dal 23 febbraio presso la Fontana dell’Aquilone

Il 23 febbraio 2007 è stata posta nei Giardini Vaticani presso la Fontana dell’Aquilone una targa metallica (cm 30×50) nell’ambito di un progetto di rivalutazione e demarcazione del Primo Meridiano ed insieme un riconoscimento all’opera scientifica del grande astronomo Angelo Secchi S.J. (1818-1878). Il progetto propone la comprensione un nuovo genere di monumento tra quelli archeologici e storici disseminati lungo la via Appia antica: il monumento geodetico, cioè un prodotto costruito dall’uomo e utilizzato per la misura del territorio.

Il lavoro compiuto nel XIX e XX secolo per la costruzione della rete nazionale geodetica fu imponente in quanto per realizzarla veniva richiesta la conoscenza dell’esatta posizione dei punti principali della base geodetica nel contesto storico e relazionale con altri punti di Roma come la torre del Primo Meridiano d’Italia sulla cima di Monte Mario, l’Osservatorio del Collegio Romano, la mira del meridiano del Collegio Romano al Pincio.

La base geodetica, già rilevata dal gesuita Boscovich nel 1751 seguita dalle polemiche francesi di inizio XIX secolo sul suo operato, dalla verifica di Ricchebach nel 1824 fu rimisurata dal Secchi nel 1854-1855. Questa volta il rilievo non fu un’operazione scientifica isolata ma inserita in analoghe esperienze, che iniziarono durante il XVIII secolo, nella penisola italiana, in Europa, in Francia e Lapponia e nel sud America per misurare la forma della Terra dopo la pubblicazione della teoria gravitazionale di Isaac Newton (1643-1727) che consentiva un nuovo orientamento al problema della forma della Terra.

L’idea della demarcazione del Primo Meridiano d’Italia è del novembre 2002 quando un gruppo di ragazzi e bambini fiancheggiati da Studium Urbis – centro culturale nato nel 2000 per iniziativa del prof. Allan Ceen, interessato alla storia dell’architettura ed al disegno urbano – segnarono, con corde e gesso, la linea ideale del meridiano su Monte Mario.

Nel dicembre 2002, presso la sede dello studium urbis venne allestita una mostra denominata MERIDIANO nella quale furono esposti esempi cartografici sulla rappresentazione del Primo Meridiano dal 1850 ai nostri giorni.

Successivamente nell’ambito della XV Giornata della Cultura Scientifica e Tecnologica del 2005, la mostra “Meridiani e longitudini a Roma” allestita nel Salone Monumentale della Biblioteca Casanatense furono presentati i metodi storici e didattici per la misura della longitudine e la storia dei due più famosi Primi Meridiani d’Europa, quello di Greenwich e di Parigi, insieme alle nuove scoperte sul Primo Meridiano d’Italia.

Le ricerche sono continuate fino alla realizzazione della mostra “Roma Geodetica” inaugurata il 15 dicembre 2006 e visitabile, fino al 16 febbraio, presso la sede dello Studium Urbis in via di Montoro, 24 (telefonando al numero 06.6861191 per fissare un appuntamento). La mostra, patrocinata dal sito Globalgeografia, raccoglie le ricerche, gli studi ed i progetti relativi al Primo Meridiano d’Italia e presenta anche altri punti o luoghi che nella storia, hanno avuto una grande importanza per la misura del territorio.

L’esposizione è composta da una serie di pannelli che presentano le caratteristiche del punto geodetico con una documentazione storica e fotografica completata dal catalogo. Una cartografia permette la localizzazione del punto rispetto al tessuto urbano di Roma, mentre le coordinate GPS (datum WGS84), riportate in alto a destra, inserite in un rilevatore portatile possono essere utilizzate per un percorso geodetico di scoperta. Infatti, si può dire che la “vera” mostra è al di fuori, sul territorio, poiché l’importanza di questi punti risiede nella loro permanenza nei luoghi originari; una loro manomissione comporterebbe la totale perdita delle informazioni che conservano. Luoghi spesso molto lontani tra loro, ma uniti dal “filo rosso” del concetto di misura del territori. Rendere visibile il passaggio del Primo Meridiano sia nei Giardini vaticani che nella Riserva Naturale di Monte Mario e nella villa Doria-Pamphilj rappresenta un primo passo per far conoscere la città di Roma non solo per i suoi tesori artistici ed archeologici, ma anche per la sua storia scientifica, in particolare astronomica e geodetica.

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