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Intervista a Marco Lo Muscio

Nato a Roma nel 1971, organista, pianista e compositore, è tra i più poliedrici musicisti della sua generazione. Il 25 marzo si esibirà a Monte Sacro

Chi è Marco Lo Muscio? Marco Lo Muscio è nato a Roma il 23 ottobre 1971 è cresciuto a Monte Sacro ed è tra i più poliedrici musicisti della sua generazione: organista, pianista e compositore.
La sua attività lo porta a suonare in tutto il mondo prevalentemente in Europa, in Russia e nell’America del Nord.
Collabora per concerti e registrazioni con artisti rinomati come Kevin Bowyer, David Jackson (Van Der Graaf Generator), John e Steve Hackett (Genesis) ed ha al suo attivo più di 700 concerti tenuti in alcune delle cattedrali e sale da concerto più rinominate.

Marco_GermanyLe musiche di Marco sono state eseguite in tutto il mondo (Europa, Russia, America, Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa, Singapore) ed interpretate da alcuni dei più rinomati musicisti: Christopher Herrick, Thomas Trotter, John Hackett.

In Italia oltre le sue esibizioni cura anche la direzione artistica di due festival, uno a Pienza e il festival di organo a Roma.

I suoi CD sono stati trasmessi alla Radio Vaticana, BBC, TV2000, RAI TV, e TV Russia.

Venerdi 25 marzo, grazie alla spinta promotrice dell’associazione Fenice che desidera far conoscere l’artista proprio nel suo quartiere, Marco Lo Muscio si esibirà eccezionalmente nel Pub Casanova di via Val Senio 22, zona Conca D’Oro, dalle ore 21.30 con ingresso gratuito e consumazione obbligatoria – Tel.: 06/8107704.
Special Guest della serata “Tolkien ed altre storie” sarà Francesco Consaga con il suo sassofono.

casanova pub

Sicuramente la tua brillante carriera è stata segnata da tante esperienze internazionali che ti hanno arricchito, ma qual è stato il luogo in cui ti sei sentito cresciuto e formato?

Mi sono laureato in pianoforte cum laude al Conservatorio “Licinio Refice”, e mi sono perfezionato (3 anni) con il grande pianista Sergio Fiorentino (1927-1998), ottenendo il diploma di Alto perfezionamento a pieni voti all’accademia “Bartolomeo Cristofori”.
Inoltre mi sono laureato in Pedagogia cum laude sotto la guida del prof. Giulio Sforza all’università di “Roma Tre” (tesi su Keith Jarrett e Glenn Gould), e perfezionato in organo con il prof. James Edward Goettsche (Organista titolare della Basilica di S. Pietro in Vaticano).

Perché lei pensa che le sue doti sono più apprezzate all’estero?

All’estero c’è più cultura. Le scuole funzionano meglio, l’arte e la musica sono insegnate.  I concerti in cui ci sono normalmente 500 persone, in paesi come la Russia, almeno il 60% e composto da giovani.
La differenza è questa, che i giovani vanno a teatro, ai concerti. In Italia invece la decadenza culturale è molto forte.

Lei pensa che con il tempo siano mutati i gusti del pubblico?

I gusti sono mutati dalle scelte politiche. Il potere vuole le pecore e le pecore più sono ignoranti e più sono addomesticabili. I potenti consapevoli dell’energia della cultura preferiscono addomesticarla.

Quali elementi ha valutato e ritiene importanti all’interno delle sue composizioni?

Mi piace scrivere in tanti stili, non scrivo mai un pezzo con lo stesso stile precedente. Posso scrivere in progressive rock, impressionista classico, rinascimentale. Cerco di unire tutti gli stili insieme anche per portare qualcosa di nuovo, soprattutto per le orecchie più giovani che possono riconoscere armonie più moderne.

Come è arrivato all’estero?

Dal 2003 ogni anno viaggio, e tutto è iniziato scrivendo e mandando dischi. La cosa più importante e che mi inorgoglisce è che mi richiamano 3 o 4 volte nello stesso posto, quindi vuol dire che quello che propongo è interessante ed apprezzato.

I dischi sono pubblicati da una delle più importanti case discografiche in Inghilterra che si chiama Priory Records che è leader nel campo della musica per organo e per coro.

Cosa pensa dell’attuale panorama della musica classica in Italia e della musica commerciale?

Il pubblico è un po’ anziano, i programmi tranne qualche eccezione sono sempre gli stessi e gli artisti che suonano pure sono sempre gli stessi. Non sono valorizzati per esempio i nuovi talenti, i 40enni, i 45enni. Per quanto riguarda la musica pop era molto interessante qualche anno fa. Adesso non c’è qualità. C’è gente che fa musica che non sa leggere una chiave di violino, come se qualcuno si permettesse di scrivere un romanzo senza sapere l’alfabeto.

Cosa ne pensa, invece, della musica classica all’estero?

Il livello, come ho detto prima, è molto più alto, nelle scuole, nei conservatori e nelle accademie. Le competenze sono maggiori, sono di un altro livello. Prediligo l’estero per le competenze.

Cosa consiglierebbe ad un ragazzo che vuole intraprendere una strada come la sua?

“Andate via, non c’è speranza di vivere con la musica qui. Se le cose cambieranno in Italia, si potrà pensare di fare anche qui qualcosa di bello, ma se la situazione è come quella attuale all’estero c’è più opportunità, Inghilterra, Russia. La Russia è il futuro secondo me. Oltre a qualche colpo di fortuna.

Un augurio e un consiglio per i nostri lettori?

Non guardare la tv ma ascoltare buona musica e ascoltare la radio, nella quale si trova ancora qualcosa di interessante. Abbiate curiosità nello scoprire le cose belle. Ci sono capolavori d’arte e di musica che nessuno conosce. Basterebbe avere un po’ di curiosità. La cultura è alla base.

https://youtu.be/k4AMNJR_rNs


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