Il progetto Immobilfin affonda nel cemento la centralità di Romanina

Riduce la superficie pubblica a tre ettari su 60. 14 mila mq per le funzioni di “Servizi pubblici di livello urbano-Attrezzature collettive. 40 ettari per 4000 appartamenti

L’assessorato all’urbanistica ha indetto per le prossime settimane in Decimo Municipio 4 appuntamenti per illustrare ai cittadini il progetto dell’impresa Immobilfin del costruttore Scarpellini sulla cosiddetta centralità di Romanina la cui area, come è noto, è di proprietà del medesimo Scarpellini. Il progetto è quello firmato da Manuel Salgado che ha vinto un concorso internazionale bandito dal proprietario dell’area nel 2005.

In sostanza il Comune di Roma – che ha approvato il PRG dentro cui sono state definite ben 18 centralità urbane metropolitane – tramite l’attuale giunta Alemanno non presenta a tutti i cittadini, proprietari e no, un suo progetto su Romanina come sarebbe normale in un paese ove a programmare lo sviluppo del territorio è la mano pubblica e non l’interesse privato; no, qui da noi il pubblico si limita a definire le quantità e le proporzioni delle cubature dettate dal privato proprietario e poi gli lascia pure il compito di progettare il tutto.

Nel PRG le centralità dovrebbero assolvere a una funzione di riqualificazione del territorio circostante in base alle funzioni direzionali ivi da allocare. Funzioni pubbliche che, come “magneti” si dice, possono attrarre anche quelle private creando, insieme a quote di abitativo, quell’effetto città in grado di fornire servizi ai quartieri limitrofi, riqualificandoli e facendoli uscire da una condizione servile di periferie senza qualità perché senza funzioni. Negli articoli precedenti abbiamo già visto i limiti del policentrismo previsto dal PRG e le sue eclatanti contraddizioni di cui Romanina è una delle più evidenti. Tuttavia qui siamo alla semplice e pura cancellazione della centralità pubblica. Basta leggere l’”Illustrazione generale del progetto” e la “Relazione di massima delle spese”, i due documenti fondamentali presentati dall’Immobilfin.

Documenti che parlano da soli per i numeri che vengono indicati, corredati da una quantità di parole e di grafici pregevoli che servono solo ad indorare le innumerevoli pillole cementizie.

Lo scandalo Romanina non sta solo nella densificazione delle cubature che passa dal 1.130.000 mc. per 350.000 mq. di Superficie utile lorda (SUL) al 1.920.000 mc. per 600.777 mq. di SUL, ma anche nello stravolgimento del rapporto fra SUL pubblica e privata. Il PRG, come dice l’Immobilfin, prevede che la SUL privata sia di 148.532 mq. di cui 70.587 mq. per l’abitativo e altrettanti 70.587 per la quota flessibile. La SUL pubblica è prevista in 211.761 mq. per servizi, commerciale, turistico ricettivo. In metri cubi l’abitativo è di 225.878, altrettanto per la quota flessibile mentre per le funzioni direzionali di vario tipo è di 677.635 mc.

In queste proporzioni stabilite dal PRG Romanina, checchè se ne pensi e noi non ne pensiamo bene, è effettivamente una centralità perché assegna agli insediamenti direzionali i due terzi, come minimo, di SUL e conseguenti cubature. Se si vuole cancellarla basta ridurre al lumicino la SUL pubblica e le relative cubature, invertendo le proporzioni con la SUL privata e relativi mc.

Ed è quello che fa l’amministrazione Alemanno. Infatti, ci dice l’Immobilfin nella “Relazione di massima delle spese”, (pag. 1) che il nuovo progetto vede crescere la SUL privata fino a 570.000 mq. di cui 403.000 solo per l’abitativo. In metri cubi sarebbero 1.824.000 di privato di cui 1.290.000 di abitativo. Cioè 4000 appartamenti per un insediamento di 10.773 nuovi residenti. La SUL pubblica si riduce a 30.000 mq.. In mezzo a tanta abbondanza c’è anche posto per la beneficienza di 48.000 mc. per 400 abitanti di cosiddetta, non meglio precisata, “abitativa collettiva”.

Le cosiddette funzioni pesanti che dovrebbero identificare la centralità e farla tale dovrebbero occupare 14.000 mq. dove allocare “Servizi pubblici di livello urbano-Attrezzature collettive (per lo sport, lo spettacolo, la cultura, ricreative, congressuali)”. Cioè il cuore della centralità si riduce ad un ettaro e mezzo. Per i restanti 18 ettari si parla genericamente di servizi, direzionalità, servizi turistico-ricettivi, commerciale. Sempre su SUL privata.

Tiriamo le somme di quello che l’assessore Corsini ha presentato come il “nuovo progetto” di Romanina: l’abitativo privato passa dal 20% al 66%; la SUL privata dal 34% al 95%. Su tre ettari di SUL pubblica andrebbero le funzioni molto aleatorie di Fonopoli e di una non meglio precisata “Città delle arti e dei mestieri”. Fonopoli, così è chiamato il progetto di Renato Zero, gira per Roma dal 1990. Rutelli e Veltroni l’hanno data per fatta diverse volte: all’Ostiense, alla Magliana, nella nuova Fiera di Roma. Ora serve per densificare le cubature a Romanina poi si vedrà. Quanto alla “Città delle arti e dei mestieri” siamo nelle nebbie più fitte.

Se si volesse veramente fare una centralità, lungi dal ridurre a niente la parte pubblica, bisognerebbe ovviamente confermarla e, soprattutto, decidere quali solide e vere funzioni direzionali il Comune intende lì dislocare in modo che effettivamente il “magnete” possa cominciare ad attrarre tutto il resto.

Inoltre andrebbe preliminarmente infrastrutturata con un efficiente trasporto su ferro come prescrivono le Norme Tecniche del PRG tenendo conto anche dello sviluppo urbanistico e insediativo pesantissimo, stando ai numeri del Comune, previsto per l’intero quadrante del X Municipio racchiuso fra l’autostrada Roma-Napoli, le pendici dei Castelli romani, il GRA e la via Appia. Ma di questo parleremo nel prossimo articolo.

1-continua 


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