Categorie: Cultura Politica

Fare centro in periferia

In una ricerca che sarà presentata l’11 dicembre 2015 a Castelverde, "Periferie romane e dimensione metropolitana, Valori e contraddizioni in uno scenario di crisi: analisi e proposte"

L’11 dicembre 2015 alle ore 17,30 nell’Aula Civica Castelverde in via Pedicciano (piazza del Mercato) l’Aic e l’Unione Borgate promuovono la presentazione della ricerca “Fare centro in periferia. Periferie romane e dimensione metropolitana, Valori e contraddizioni in uno scenario di crisi: analisi e proposte”.

aula-civica-castelverdeDopo i saluti del Presidente dell’Associazione Italiana Casa Riccardo Farina e del Presidente dell’Unione Borgate Salvatore Codispoti, Enzo Proietti (Curatore della Ricerca) svolgerà un’introduzione alla quale seguiranno gli interventi di Mauro Alessandri (Vice Sindaco della Città metropolitana di Roma Capitale), Carlo Blasi (Professore di Ecologia vegetale all’Università La Sapienza), Giuseppe Ciccarone (Professore di politica economica all’Università La Sapienza), Michele Civita (Assessore Politiche del Territorio, Mobilità, Rifiuti della Regione Lazio), Matteo Orfini (Presidente nazionale del PD, Commissario del PD Roma), Lamberto Rossi (Architetto LRA).

I quartieri delle periferie delle nostre città tornano ad essere al centro dell’interesse del governo e delle amministrazioni.

I centri abitati non si espandono, anzi rileggono la struttura esistente per rinnovarla e renderla funzionale alle nuove esigenze poste dalla voglia di benessere dei cittadini, dallo sviluppo sostenibile, dalla permeabilità alle reti.

Nella visione della Città metropolitana, sono le reti ambientali, le infrastrutture, i servizi a contribuire al superamento dei guasti prodotti dallo scollamento tra le politiche urbanistiche, agricole, ambientali, per la mobilità. Occorre una interazione continua per completare, modificare, integrare, interconnettere lo spazio metropolitano.

Nella dimensione metropolitana va affrontato il tema delle periferie.

Sono tante le definizioni che si possono attribuire al termine “periferia” a Roma, e alla condizione di chi vi abita:

·  I quartieri pianificati,  le zone F1 e delle 167 del Piano Regolatore del ’62,  dove i servizi ci sono ma con una gestione carente;

·  i quartieri dell’edilizia spontanea ex abusivi, le zone O e i toponimi,  sanati con i piani di recupero, approvati o ancora da approvare, spesso in attesa di servizi che arrivano con fatica;

·  la periferia esterna, tra GRA e i Comuni di prima cintura,  senza un disegno urbano,  scarsamente densificata e con tanti vuoti (Sprawl urbano), sulla quale è più urgente intervenire.

Il calo dei valori immobiliari nei centri urbani e in particolare nei quartieri centrali e semicentrali di Roma, definisce un nuovo fenomeno con lo spostamento dei residenti dalla periferia senza servizi, verso le zone più servite e dove è maggiore la  possibilità di sviluppare le relazioni sociali.

Nei quartieri di periferia necessitano attività produttive che diano opportunità di lavoro senza l’obbligo di spostamenti, servizi digitali che contribuiscano a rompere l’isolamento sociale ed economico; l’edilizia, vecchia, energivora, di bassa qualità necessita di interventi di  ristrutturazione e di efficientamento energetico.

Ma il punto centrale,  da cui ripartire, è costituito dalla cura dello spazio pubblico, luogo dove ogni comunità si incontra, accoglie, mette insieme tradizione e conoscenza per elaborare e dare forma al proprio futuro. oltre allo spazio pubblico  sono i servizi all’abitare, il decoro urbano, la manutenzione, gli elementi che contribuiscono al superamento dell’atomizzaione e delle solitudine delle persone.


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