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3 dicembre: Giornata Internazionale delle persone con disabilità

Pensiamo qualche volta ai diversamente abili?

Che cosa hanno in comune il tenore Andrea Bocelli, diventato cieco a 12 anni con una pallonata; la cantante Annalisa Minetti, che ha perso la vista a 20 anni; il medico Antonio Guidi, ex ministro della famiglia, colpito nell’infanzia da danno celebrale; il poeta greco Omero, considerato una leggenda, autore dell’Iliade e del’Odissea, non vedente; il più volte campione paraolimpico Oscar Pistorius, per una malformazione degli arti, a 11 mesi, gli sono state amputate le gambe; e il pilota della Formula Uno, Max Zanardi , a 35 anni nel 2001, gli furono amputati gli arti inferiori a causa di un incidente automobilistico ed oggi è conduttore televisivo e campione ai giochi paraolimpici?

Questi sei profili, del presente e del passato, sono delle persone con disabilità, (si è passati dalla definizione di invalido a portatore di handicap) anche se oggi, un po’ ipocritamente, vengono definiti “diversamente abili,” questo è ciò che hanno in comune: la loro disabilità.

Il 3 dicembre ricorre la “Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità,” promossa dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 1992.

Dopo molti tentativi, da parte delle Nazioni più sensibili ai problemi dei disabili, al Palazzo di Vetro, ha visto la luce nel 1976, un orientamento che riconosceva a livello planetario, la “questione disabilità”.

Si assunse l’impegno che dal 1983 al 1992, ci fosse un periodo di tempo, durante il quale tutte le Organizzazioni (governative, non governative e del settore privato) dei paesi aderenti all’ONU, dovevano operare per far conoscere e prendere coscienza della drammatica questione della disabilità. In quei dieci anni, molti paesi hanno avuto modo di promuovere la diffusione dei temi legati alla disabilità, per sensibilizzare l’opinione pubblica ai concetti di dignità, diritti e benessere delle persone diversamente abili, accrescendo la consapevolezza dei benefici che possono derivare dall’integrazione della disabilità, in ogni aspetto della vita sociale e familiare.

Che cosa si intende oggi per diversamente abili?

Quando le funzioni essenziali della vita vengono meno, come le attività della vita quotidiana quali: l’autonomia nel camminare, salire le scale, chinarsi, coricarsi, sedersi, vestirsi, lavarsi, fare il bagno, mangiare, si resta confinati a letto, o su una sedia a rotelle in casa, e le difficoltà sensoriali come il sentire, il vedere, il parlare, il ricordare, prendono il sopravvento rispetto agli anni precedenti allora si diventa disabili o diversamente abili.

Il numero di persone con disabilità grave, in Italia, che non sono in grado di svolgere almeno una delle funzioni della vita quotidiana ammontano a 2.615.000, pari al 4,8% della popolazione, secondo il rapporto Istat sulla “Disabilità in Italia.”
I disabili ospiti dei presidi residenziali socio-assistenziali sono circa 234.000, e le persone in condizione di disabilità che sono in grado di svolgere, con molta difficoltà, le abituali funzioni quotidiane sono 4.365.000, il numero complessivo è di 7.214.000 persone, pari al 12,5% della popolazione, di 6 anni e più, che vive in famiglia.
“ Se non ci fosse la famiglia per i diversamente abili sarebbe una situazione devastante.”

Nel Lazio, le persone con disabilità, che vivono in famiglia, in valori assoluti sono 205 mila, un tasso del 4,4% per ogni 100 persone, il 61,9% sono donne, e il 38,1% sono uomini.

La maggior frequenza dei disabili in famiglia si registrano in Sicilia 6,9% e in Calabria 6,8%, mentre i tassi più bassi 3,6% , in Liguria, Friuli e Provincia di Trento.
In generale si evidenzia un divario nord-sud nella percentuale dei disabili in famiglia dovuto, in parte, ad un rischio di disabilità effettivamente maggiore nelle regioni del sud.
Tuttavia non va trascurato il possibile effetto combinato di due fattori, uno di natura culturale e uno di natura strutturale. Quello culturale potrebbe essere rappresentato dalla propensione nel meridione a tenere in famiglia le persone con disabilità e quello strutturale dalla carenza dell’offerta di strutture residenziali dedicate, che favorirebbero il divario esistente, rendendo quasi obbligatorio la permanenza in famiglia.

Dai dati disponibili si può sostenere che i disabili per fascia di età sono così ripartiti: sotto i 6 anni, circa 200 mila; dai 6 ai 14 anni, circa 188 mila; dai 15 ai 64 anni, circa 615 mila; oltre i 64 anni, circa 1 milione e 600 mila.

Infine i disabili nella scuole del nostro paese (dati 2005 del MIUR): Materne,14.876 alunni; Elementari, 66.315 alunni; Medie, 51.334 alunni; Secondarie Superiori, 35.279 alunni.
Nelle Università statali sono iscritti, fra tutte le tipologie di disabilità (cecità, sordità, dislessia, disabilità motorie, difficoltà mentali, altro) oltre 9 mila universitari.

Questo 3 dicembre 2012, rappresenta il ventennale dell’istituzione della “Giornata delle persone con disabilità” ed è un rispetto internazionale, ed ogni anno l’attenzione si concentra su un problema diverso, lo slogan scelto quest’anno è stato “Un giorno all’anno tutto l’anno”.

Le iniziative a favore delle persone con disabilità, in questo periodo sono molte e in diverse città, per permettere di godere pienamente di tutti i diritti umani e libertà fondamentali; in questo contesto è significativa l’iniziativa del Ministero per i Beni Culturali che ha predisposto 39 appuntamenti, in regioni e città, con convegni, visite guidate, percorsi culturali, incontri al museo, e tante interessanti e originali iniziative, per favorire l’accessibilità ai diversamente abili.

E’ tuttavia doveroso richiamare, la previsioni dei demografici, che ricordano per il 2050, nel nostro paese, l’aspettativa di vita sarà a 86,6 anni per gli uomini e a 88,8 anni per le donne.

All’inizio dello scorso secolo, 60 anni era considerato un bel traguardo, e nel 2005 l’aspettativa di vita si è attestata fra i 78 e gli 80 anni, ma accanto ai dati sulla speranza di vita, è necessario dare certezze e opportunità alle fasce d’età estreme e ai gruppi di anziani più fragili, non a caso l’aumento di età determina che una famiglia su dieci ha un componente disabile al suo interno, e oltre un terzo di queste famiglie è composto da persone disabili sole.

“Il sistema di welfare italiano va anche ripensato e migliorato alla luce di questa situazione e di questi mutamenti demografici.”

Questo è il senso e il valore di questa “ giornata internazionale delle persone con disabilità.”

Significativo, infine, il messaggio del Papa per questa Giornata: “ Ogni persona pur con i suoi limiti fisici e psichici, anche gravi, è sempre un valore inestimabile, e come tale va considerata – ha detto Benedetto XVI all’Angelus – ed esorto i legislatori e i governanti a tutelare le persone con disabilità e a promuovere la loro piena partecipazione alla vita della società.” 


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Commenti

  1. vincenzo  

    E' con piena soddisfazione e sincero riconoscimento e ringraziamento che si apprezza la nota diffusa della massima istituzione della chiesa, che deve essere assimilata dai nostri politici e legislatori nella sua forma integrale. La famiglia è al centro delle persone non abili o diversamente abili, e solamente ripeto solamente ed asclusivamente chi ha un esperienza diretta con una persona bisognosa che non può compiere gli atti quotidiani della propria vita, capisce cosa significa viverci e condividere ogni ora della giornata. E' necessario che occorre dare tanto, ma è vero che queste persone con piccoli gesti e a volte fragili e timidi atteggiamenti restituiscono tanto. L' appello e la speranza è che tutti i governi, di qualsivoglia tendenza politica, pongano maggiori attenzioni verso queste persone a tal punto da realizzare integralmente i progetti tesi ad agevolare e sostenere la loro integrazione nella società civile tenendo conto che il futuro di queste persone rappresenta una enorme incertezza che pesa sulle spalle di chi li gestisce.

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