La Comunità Territoriale X Municipio scrive lettera ai consiglieri comunali

Sul progetto che densifica la centralità urbana metropolitana di Romanina di proprietà del costruttore Scarpellini

La Comunità Territoriale X Municipio ha scritto il 12 gennaio 2012 una lettera ai consiglieri comunali sul progetto che densifica la centralità urbana metropolitana di Romanina. Ecco il testo:

"Egregio Consigliere,

Martedì 13 dicembre 2011 l’assessore comunale all’urbanistica Corsini ha presentato alle ex Officine Marconi il progetto che densifica la centralità urbana metropolitana di Romanina di proprietà del costruttore Scarpellini. Presenti il Presidente del X Municipio Sandro Medici e l’assessore all’urbanistica municipale Massimo Perifano. Il progetto contempla un aumento delle cubature dal 1.130.000 mc. previsto dall’attuale PRG a circa due milioni.
Abbiamo rilevato da subito l’improprietà di una presentazione fatta dalle Istituzioni comunali e municipali in una sede di proprietà del beneficiario dell’intervento urbanistico progettato. Inoltre l’informazione data alla cittadinanza della presentazione medesima è stata pressochè nulla. Anche diversi consiglieri municipali non ne erano a conoscenza.
L’evento che voleva essere semiclandestino e che grazie all’intervento dei Cdq, della Comunità Territoriale, della Rete Cinecittà Bene Comune e di singoli cittadini lo è stato solo parzialmente, è servito comunque a chiarire ai presenti il cospicuo regalo di Natale che l’amministrazione capitolina si appresta a fare alla speculazione edilizia e alla rendita fondiaria nel territorio del X Municipio.
Nel progetto descritto non c’è solo l’aumento spropositato delle cubature ma anche una diversa ripartizione interna, un vero rovesciamento, perché il 66% pubblico e 33% privato previsto dall’attuale PRG per la centralità di Romanina diventa 30% pubblico e 70% privato. L’indice di edificabilità passa da 0.38 a 0.65. In sostanza i due terzi delle cubature saranno appannaggio del proprietario dell’area che, come hanno evidenziato i tecnici dell’assessorato presenti, si condenseranno in 1.280.000 mc. per circa i circa 4000 appartamenti di vario taglio in palazzi fino ad otto piani di altezza alle pendici dei Castelli romani.
Le funzioni previste per la centralità, a parte quella di Fonopoli o città della musica, sono, come al solito, vaghe ed aleatorie così come debole appare l’infrastrutturazione su ferro con la linea di metropolitana leggera, in pratica un tram, che dovrebbe prolungare, con rottura di carico, la metro A fino a Tor Vergata.
La centralità di Romanina che, secondo le intenzioni del PRG, doveva essere un elemento riqualificante della nostra periferia, delle ex borgate e dei quartieri circostanti, rischia di diventare un nuovo pauroso contenitore di cemento e asfalto che li schiaccerà ancor più alla loro cronica mancanza di servizi e di trasporti efficienti.
L’assessore Corsini ha giustificato l’aumento premiale delle cubature con la necessità di ricavare risorse sufficienti per le infrastrutture. Le risorse ricavabili dal progetto densificatorio sarebbero a suo dire di 400 milioni di euro che però non basterebbero neanche a finanziare la progettata metro leggera il cui costo è di 450 milioni di euro.
Il destino che si prospetta per la centralità di Romanina è esemplare perché sarà seguito da analoghe operazioni densificatorie per le altre centralità private previste dall’attuale PRG.
Malgrado gli sforzi degli amministratori passati e presenti la centralità di Romanina continua ad essere debole ed evanescente sotto il profilo delle funzioni e dell’infrastrutturazione trasportistica su ferro. La vera centralità urbana appare sempre di più quella pubblica di Tor Vergata a soli duecento metri di distanza con le sue rilevanti e qualificanti funzioni già ben avviate e in via di potenziamento (Università, campus universitario, Policlinico, CNR, Agenzia Spaziale, città dello sport, Banca d’Italia a margine dell’area ecc.).
Ma mentre a Romanina non si dirada la nebbiosa aleatorietà di funzioni e infrastrutturazione trasportistica crescono le cubature. Dai 750.000 mc. del 2003 (proposta di adozione del PRG) ai due milioni di oggi su 93 ettari di estensione dell’area.
Un’area che nel Piano regolatore del 1965 era destinata a servizi pubblici di livello generale e che con il cambio di destinazione a centralità urbana metropolitana operato dalla precedente amministrazione Veltroni e con la densificazione proposta dalla giunta Alemanno vede progressivamente ridursi la parte pubblica.
Un denso mare di cemento alle pendici dei Castelli romani fino a Frascati che appare un insopportabile scempio del territorio e un regalo mostruoso alla rendita fondiaria, con costi economici, sociali ed ecologici per tutta la collettività che andranno ben oltre i ricavi di 400 milioni di oneri concessori e contributo straordinario magnificati dall’assessore Corsini.
E tutto ciò si pretenderebbe di codificarlo tramite un annunciato processo partecipativo aperto alla cittadinanza, già attuato negli anni passati, che in sostanza non potendo incidere su scelte già fatte dovrebbe solo limitarsi a infiocchettare l’intervento speculativo circondandolo con l’aureola del consenso sociale.
La Comunità Territoriale del X Municipio chiede agli amministratori e a tutti i rappresentanti dei vari livelli istituzionali, dal Municipio al Parlamento, di adoperarsi per ripensare queste scelte inaccettabili che continuano a condannare il X Municipio e la nostra città ad un’espansione cementificatoria disordinata che mentre aggiunge periferie a periferie senza vere funzioni qualificanti, consuma prezioso suolo di agro romano e antropizza fino all’inverosimile il territorio.
L’alternativa è possibile e, per ciò che riguarda il quadrante sud sud-est della nostra città, passa per la valorizzazione delle centralità pubbliche a cominciare da quella di Tor Vergata.

Chiediamo anche a Lei di adoperarsi per evitare una scelta assai discutibile sotto tutti punti di vista: urbanistico, economico e ambientale. Una scelta che allo stato dei fatti appare essere solo un grande regalo ad interessi speculativi, nociva e contraddittoria con uno sviluppo equilibrato e sostenibile della città che tutti proclamano a parole di voler perseguire". 


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