Casa Calda. Da verde pubblico a cemento sacro

Stravolto il nuovo PRG, trasformando le aree di parco in nuovi quartieri con l’housing sociale di Alemanno

Il progetto del nuovo quartiere di Casa Calda
Il nuovo Piano Regolatore di Roma, entrato definitivamente in vigore nel 2008, ha vincolato numerose aree a verde e servizi nel quadrante compreso tra via Casa Calda e via Prenestina e tra via Tor Tre Teste e il GRA, dove è prevista la realizzazione dei parchi di Casacalda e di Mistica.
In particolare per il Parco di Casa Calda, che è oggi attrezzato per circa 8 ettari, è prevista dal PRG un’estensione a verde e servizi superiore ai 40 ettari, come appare chiaro dalla piantina n. 1.
Il Capitolo di Santa Maria Maggiore ha presentato a settembre 2010 un progetto in Accordo di Programma con le caratteristiche del bando di “housing sociale” previsto dalla Deliberazione di Giunta Comunale n. 315/2008, che consente di edificare anche su aree vincolate a verde e agro romano, purché si riservi 1/3 delle abitazioni costruite ad affitto concordato con il Comune.

Già al momento dell’approvazione di quella Delibera da parte della Giunta Alemanno sia l’opposizione, sia le associazioni ambientalistiche avevano denunciato il pericolo di una progressiva scomparsa delle aree private ancora vincolate a verde e agro romano.

L’insediamento previsto è indicato nella piantina n. 2, si estende per oltre 11 ettari ed è delimitato dai confini dell’attuale Parco di Casacalda, dalla v. Casacalda fino al cementificio, dalla v. Tor Tre Teste fino a via delle Nespole, da cui parte una rotatoria con una strada che congiunge le vie Tor Tre Teste e Tobagi.
In questo perimetro sono previsti 36 edifici residenziali da 3 a 6 piani per circa 900 appartamenti e 2.200 abitanti, per complessivi 265.000 mc, a cui si dovrebbero aggiungere 11.000 mc di volumi non residenziali.
In pratica viene concessa una Superficie Utile Lineare (SUL) pari a 85.000 mq (per ottenere i mc basta moltiplicare la SUL per 3,25).

Questo nuovo insediamento si inserirebbe poi in un quadrante già densamente abitato e dove sono previsti altri 450 appartamenti per l’ATOi2 Tor Tre Teste a ridosso di v. delle Nespole, secondo un programma recepito dal PRG e già approvato dal Consiglio Comunale e dove si sta progettando un nuovo Centro commerciale nell’area ex Siropa tra via Tor Tre Teste e via Casilina, progetto su cui il Municipio VII ha già aperto un contenzioso con il Comune, chiedendo il blocco di nuovi centri commerciali.

Inoltre il Capitolo di S. M.Maggiore per accelerare l’iter del progetto si fa forte della disponibilità a chiudere il contenzioso con il Comune di Roma tramite una transazione sulle aree contestate.

Il contenzioso Comune-S.M.Maggiore
Il Capitolo di Santa Maria Maggiore è proprietario di 33 Ettari nelle aree destinate a verde del Parco di Casacalda e del Parco Alessandrino. Le aree per complessivi 8 ettari dove è stato realizzato l’attuale Parco di Casacalda e il Centro anziani sono state espropriate al Capitolo S.M.M. con Decreto Presidente Giunta Regione Lazio n. 893/1975. Successivamente il Capitolo S.M.M. ha chiesto la retrocessione di tale area ed ha vinto la causa col Comune con una sentenza del Tribunale di Roma nel 2004 e in Corte d’Appello nel novembre 2008, con sentenza passata in giudicato. La retrocessione è un meccanismo con cui il proprietario espropriato per la realizzazione di un’opera pubblica, può chiedere al Comune la restituzione dell’area se entro 10 anni l’opera prevista non viene realizzata. Poiché l’opera del Parco di Casacalda è stata realizzata molti anni dopo l’avvenuto esproprio, il Comune dovrebbe oggi restituire al proprietario l’area del Parco.

Un contenzioso analogo riguarda 4 ettari del Parco Alessandrino nella parte dove è costruito il Centro F.P. Gullace ed il Centro sportivo Quarticciolo. Anche per quell’area il Capitolo S.M.M. ha presentato richiesta di retrocessione, ma sia il Tribunale di Roma nel 2003, sia la Corte d’Appello nel 2008 hanno respinto la richiesta e il Capitolo S.M.M. ha presentato ora ricorso in Cassazione. Il Capitolo S.M.M. ha recentemente aperto un nuovo contenzioso per l’esproprio delle aree occorrenti all’allargamento di v. Casa Calda, chiedendo un indennizzo di 75 Euro/mq, maggiore dei 48 Euro/mq corrisposto dal Comune.
Già nel 2007 l’Assessorato di Roma Capitale aveva aperto una trattativa con il Capitolo S.M.M. per chiudere il contenzioso su Casa Calda ed ottenere la disponibilità immediata di un’area del Capitolo per la realizzazione del Centro Culturale Città Alessandrina e si era costruita una bozza di accordo che, secondo gli strumenti del nuovo PRG, consente di accorpare tutta la SUL di un’area vincolata a verde e servizi (0,04 mq/mq) su una parte dell’area e cedere la restante. Secondo questa previsione sarebbe stato possibile realizzare un oratorio o una casa famiglia per complessivi 5.000 mq di SUL (circa 15.000 mc) sul fronte di via Tor Tre Teste, lasciando al Comune tutto il resto. Il Capitolo rinviò la firma dell’accordo in attesa delle sentenze in appello, che sono state poi definite a novembre 2011 e si orientò a presentare domanda con questi contenuti nel bando del 2007 per il PRINT Alessandrino, bando fatto decadere dall’attuale Giunta.
La proposta presentata con riferimento all’housing sociale consente invece di applicare il parametro di area edificabile (0,30 mq/mq) e di ottenere una SUL di 85.000 mq e una cubatura di circa 277.000 mc in cambio dell’edificazione consentita con l’Accordo di Programma il Capitolo S.M.M. si dichiara disposto a chiudere il contenzioso sulle aree di Casacalda e Alessandrino ed a completare la cessione di altri spazi vincolati nel Parco Alessandrino e non ancora espropriati.
Sul vantaggio per l’Amministrazione comunale nell’accettare questa transazione si è già espressa favorevolmente a novembre 2010 una commissione costituita ad hoc per definire il contenzioso.

Passaggi urbanistici e mobilitazione dei cittadini
Fortunatamente questa proposta, presentata a settembre 2010 all’Assessorato all’Urbanistica del Comune di Roma, è ancora nella fase della Conferenza di Servizi e dovrà seguire la procedura di un Accordo di Programma, che prevede obbligatoriamente i seguenti passaggi:
– Completamento della Conferenza di servizi con i pareri di tutti gli enti interessati, anche quelli preposti ai vincoli regionali, provinciali e archeologici;
– Delibera di Giunta Comunale per gli indirizzi al Sindaco sull’Accordo di Programma con la proposta urbanistica di variante e la transazione proposta dal Capitolo S.M.M.;
– Consultazione dei cittadini interessati ai sensi della Delibera C.C. n. 57/2006 sulla partecipazione;
– Delibera del Consiglio del VII Municipio con il parere obbligatorio, ma non vincolante, sulla proposta di variante presentata dalla Giunta Comunale;
– Delibera del Consiglio Comunale che dovrebbe approvare gli indirizzi al Sindaco sull’Accordo di Programma;
– Delibera della Giunta Regionale che dovrebbe approvare la variante urbanistica e firma del Presidente della Regione e del Sindaco sull’Accordo di Programma;
– Delibera del Consiglio Comunale che dovrebbe ratificare l’Accordo di Programma siglato dal Presidente della Regione e dal Sindaco;
– Rilascio delle concessioni edilizie e consegna al Comune delle aree previste dalla transazione.

E’ un iter abbastanza lungo che richiede dai 3 ai 5 anni, ma è fondamentale intervenire fin dalle prime fasi per evitare che si consolidino decisioni sbagliate e forzature delle norme.
E’ importante quindi la mobilitazione soprattutto dei cittadini di Alessandrino e Torre Maura ed è necessario individuare tutti quegli strumenti tecnico-urbanistici che dimostrino l’insostenibilità edificatoria per vincoli paesaggistici o di altro tipo, l’utilizzo strumentale dell’housing sociale per stravolgere le prescrizioni di un PRG da poco vigente e la scarsa convenienza per l’Amministrazione di un simile Accordo di Programma.
Già il Presidente del Municipio VII ha convocato prima di Natale i Comitati di quartiere e le Associazioni del territorio per informarli del pericolo che corre l’area di Casacalda, mentre il PD di Torre Maura ha informato i cittadini con un manifesto ed avviato una raccolta di firme contro il progetto e il Gruppo consiliare PD dell’VIII Municipio ha presentato un Ordine del Giorno da discutere nel Consiglio Municipale.


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Commenti

  1. cittadino  

    ...credici... propaganda fide che edifica case popolari o a basso prezzo "a pochi passi dalla neonata metro c"... senz'altro... bevi tutto, popolo bue, bevi tutto...

  2. PROGRESSOITALIANO  

    FINALMENTE SI COSTRUISCONO NUOVI QUARTIERI, LA POVERA GENTE PUO' COSI' COMPERARE UN APPARTAMENTO SU CARTA A BASSO COSTO, SENZA AFFACCIARSI SU UN MERCATO IMMOBILIARE DAI PREZZI ESAGERATI E SPESSO TRA L'OFFERTA CI SONO QUEI ECOLOGISTI-EGOISTI CHE VOGLIONO SPECULARE E LASCIARE SENZA CASA TANTE COPPIE NUOVE. SI PROPRIO QUEL TIPO DI ECOLOGISMO CHE INVECE DI FARE ATTENZIONE SU CHI COSTRUISCE SUI MONTI O SU PARCHI NAZIONALI , GUARDA SOTTO CASA CHE NON GLI SI COSTRUISCA NIENTE, IN MODO DA AVERE EGOISTICAMENTE UN BEL PANORAMA. CON IL RISULTATO CHE SE NON SI DENISFICANO LE ZONE COME TOR TRE TESTE O CINECITTA EST, LE ZONE ESISTENTI SI GHETTIZZANO E SORGE PIU' DELINQUENZA. QUESTO DOVREBBERO SAPERLO LA PASSATE GIUNTE ROSSO-NERE!

Un commento su “Casa Calda. Da verde pubblico a cemento sacro

  1. COMMENTO DOPO LO SGOMBERO DEL 10 LUGLIO 2017: Il vero motivo del recente sgombero degli “orti popolari” sta nei vecchi progetti presentati dal Capitolo di S. Maria Maggiore (‘pecunia non olet’, dicevano i latini) e questa azione penale fa capire che la struttura economico-finanziaria della Santa Sede si sta muovendo. Sicuramente Papa Francesco non segue queste piccole cose oppure qualcuno ha fatto questo per metterlo in cattiva luce. La storia del fenomeno degli ‘orti urbani’ o sociali è antica, ma l’ente locale è molto lento a capire le mutate esigenze dei cittadini.

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