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Scoperto un nuovo ‘Colosseo’ nel porto di Traiano ad Ostia

Un’équipe di archeologi italiani e inglesi presentano un nuovo anfiteatro

Un altro Colosseo? Sembrerebbe di si. Questa volta bisogna spostarsi ad Ostia nel Porto di Traiano dove è stato scoperto, un anfiteatro in scala, di dimensioni inferiori a quelle del più noto Anfiteatro Flavio, ma grande almeno quanto il Pantheon di Roma, lungo 42 e largo 38 metri.
La scoperta del ritrovamento, per quanto la notizia si sia diffusa in questi giorni addietro, è stata presentata oggi 3 ottobre dalla Soprintendenza archeologica di Ostia nel Portus antico. A lavorare in questa campagna di scavo, che dura da tre anni, sono gli archeologi della sovrintendenza insieme alla British School at Rome, l’Università di Southampton e l’Università di Cambridge, diretta dal professor Simon Keay.

“L’unicità della scoperta – dice Keay – data dal fatto che è la prima volta che viene rinvenuto un anfiteatro nel cuore di una zona portuale. Altra particolarità è che questo emiciclo spicca nel centro del Palazzo Imperiale di Traiano, anche se l’edificio appena scoperto è databile all’inizio del III secolo d.C. La nostra sfida è capire perché ci fosse una struttura simile dentro il palazzo imperiale”.

L’esempio più assimilabile idealmente è l’Anfiteatro Castrense di Roma. “La nostra speranza è di dare nuova luce ad un sito archeologico di importanza mondiale – dice Simon Keay – Questo era il porto della Roma imperiale, quindi il più importante del mondo. Purtroppo oggi ancora poco conosciuto e forse troppo dimenticato”.

“Il nostro lavoro – continua Keay – è iniziato nel ’98 con una serie di indagini, e nel 2007 abbiamo avviato la campagna di scavo concentrandoci sul Palazzo Imperiale, un complesso molto importante che si estende tra i due bacini, quello di Claudio e di Traiano, e che rivela tracce dal I secolo all’epoca bizantina, in base alle trasformazioni del porto. Altro aspetto importante è che l’anfiteatro può essere identificato con il teatro indicato da Rodolfo Lanciani durante gli scavi del 1868. Essendo l’anfiteatro all’interno del palazzo, non visibile all’esterno, era di sicuro riservato al privato, forse adoperato dal pretore che amministrava la zona”.

Il noto professore Keay avvisa che sarà disponibile a breve un sito internet per la ricostruzione virtuale del porto di Roma all’indomani delle nuove scoperte.

Uno scavo archeologico importante anche dal punto di vista scientifico visto che si stanno sperimentando tutte le metodologie di indagine, dalla geofisica al carotaggio alla realtà virtuale. La speranza di tutti è che ben presto l’intera area possa essere fruibile al pubblico.

Intanto i lavori continuano, la campagna di scavo chiuderà il 9 ottobre.


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